Roma, 20 maggio 2021 – La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Commissione Ecomafie) ha audito oggi il commissario straordinario di Arpa Veneto, Luca Marchesi, insieme ai responsabili tecnici dell’Agenzia. L’audizione rientra nell’ambito dell’inchiesta sull’inquinamento da PFAS.

Secondo quanto riferito, nell’area ex Miteni al momento sono in corso sia il processo di decommissioning degli impianti (fase preliminare rispetto alla bonifica dei suoli), sia la messa in sicurezza operativa dell’area. Gli auditi hanno dichiarato che dopo il fallimento di Miteni, l’autorizzazione integrata ambientale è stata ridefinita e al momento è intestata a due società: Ici 3 Italia Holding, rispetto alla gestione della barriera idraulica, del depuratore aziendale e degli scarichi idrici, e la bonifica dei terreni e della falda, e Viva Life Sciences Private Limited, per quanto riguarda la gestione degli impianti di processo e le emissioni in atmosfera. Stando a quanto riferito, le difficoltà connesse alla pandemia hanno comportato anche ritardi nel cronoprogramma, con un ritardo al momento di circa tre settimane sulla data di conclusione delle operazioni, prevista per fine marzo 2022. Secondo quanto riferito dagli auditi, le difficoltà sarebbero connesse in particolare al fatto che la Viva Life Sciences ha sede in India e non può al momento inviare il proprio personale in Italia.

Per quanto riguarda la messa in sicurezza operativa, gli auditi hanno riferito che il monitoraggio delle concentrazioni degli inquinanti effettuato attraverso i piezometri ha rilevato, dopo una tendenza discendente, valori di nuovo in crescita negli ultimi mesi che potrebbero essere correlabili con innalzamenti della falda e rispetto ai quali si sta predisponendo una rete di monitoraggio anche rispetto alla dispersività del torrente Poscola.

È stato inoltre riferito che nel 2020 è stata rinvenuta la presenza nel Po, in concentrazioni di alcune decine di nanogrammi, di sostanze contenenti fluoro a catena molto corta: acido trifluoroacetico e acido trifluorofenilacetico. Secondo quanto dichiarato, si tratta di composti che la letteratura considera sostanze di degradazione di farmaci, erbicidi e altri Pfas. Gli auditi hanno riferito che gli acidi trifuoloacetico e trifluorofenilacetico sono ancora utilizzati nell’industria farmaceutica e sono stati utilizzati anche nello stabilimento Solvay di Spinetta Marengo.

Gli auditi hanno riferito che il decommissioning avverrà attraverso le operazioni di disconnessione elettrica dei motori delle pompe e degli agitatori, drenaggio degli impianti dai prodotti chimici e loro inertizzazione con azoto, disconnessione elettrica di tutta la parte strumentale, rimozione di cavi e quadri elettrici, rimozione di apparecchiature e strutture.

Secondo quanto riferito, a fronte di un aumento delle concentrazioni di Pfas nelle acque in uscita dall’impianto Miteni, Arpa ha suggerito alla Provincia di Vicenza di imporre al gestore Ici 3 il miglioramento della funzionalità generale del depuratore, individuando modalità che ne assicurino la corretta conduzione in rapporto alle portate con cui è stato dimensionato e rispetto alle quali, in sede progettuale, sono state garantite ottimali rese di depurazione. Gli auditi hanno riferito anche che si sta cercando di capire come ottimizzare la barriera idraulica presente all’interno dell’area ex Miteni, al momento poco efficace.

I rappresentanti di Arpa Veneto hanno inoltre fornito informazioni sui controlli nell’area ex Rimar nel comune di Trissino, situata a circa 1 km di distanza in linea d’aria dal sito della ex Miteni. Nonostante la vicinanza tra i due siti e il fatto che la Rimar fosse proprietaria anche dello stabilimento prima dell’acquisizione da parte di Miteni, gli auditi hanno riferito che i primi controlli nell’area ex Rimar sono stati condotti nel 2018. Al momento è stato avviato un processo di monitoraggio e caratterizzazione del sito finalizzato alla bonifica. Gli auditi hanno riferito che le due aree insistono su due sistemi idrogeologici tra loro non comunicanti.

«A Trissino prima della Miteni era attiva l’industria chimica Rimar, in due siti: lo stabilimento poi acquisito dalla stessa Miteni e un’area a un chilometro di distanza in linea d’aria. Considerato che in questo secondo sito veniva svolta la ricerca sui Pfas, seppur l’inquinamento qui si sia rivelato di minore intensità, sarebbe stato opportuno effettuare i controlli contemporaneamente a quelli nell’impianto. I controlli di Arpa Veneto sono invece partiti solo nel 2018. Abbiamo chiesto ad Arpa di inviarci i risultati di queste attività e li valuteremo. Altro aspetto che preoccupa molto è il ritrovamento nel Po di Pfas a catena molto corta, risultato anche della degradazione di sostanze come altri Pfas, farmaci ed erbicidi», dichiara il presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli.