Le informazioni sulle sostanze inquinanti riportate dal medico di Miteni alla societ\u00e0 e le tecnologie per rilevare ed analizzare la presenza ambientale e biologica dei Pfas che il circolo dei produttori mondiali aveva a disposizione gi\u00e0 dieci anni prima rispetto alla scoperta dell\u2019inquinamento e l\u2019intervento degli enti.<\/p>\n
Sono due dei principali elementi emersi durante la testimonianza del maresciallo maggiore del Noe di Treviso Manuel Tagliaferri durante il processo Pfas in corso presso la Corte d\u2019Assise del Tribunale di Vicenza.<\/p>\n
Stando a quanto raccontato dall\u2019investigatore il professor Costa, che di Miteni era il medico competente, rappresentava l\u2019azienda in meeting internazionali che si occupavano delle problematiche di rischio sanitario e ambientale collegato ai\u00a0 Pfas e delle correlate azioni di prevenzione e limitazione del loro uso.<\/p>\n
Dalla ricostruzione di Tagliaferri \u00e8 emerso come il medico relazionasse sistematicamente i vertici della societ\u00e0 sulle novit\u00e0 scientifiche relative al rischio Pfas e sulle sue interazioni con la fisiologia umana.<\/p>\n
Costa, che ha svolto questo ruolo fino al 2016, intratteneva quindi rapporti diretti con Du Pont e i pi\u00f9 grandi produttori mondiali, consentendo a Miteni di avere una conoscenza aggiornata e tempestiva su tutte le novit\u00e0 emerse dalla comunit\u00e0 scientifica sui rischi connessi ai Pfas.<\/p>\n
Tra l\u2019altro, Tagliaferri ha riportato di aver verificato che il circolo dei produttori mondiali disponeva, gi\u00e0 nei 10 anni precedenti rispetto alla scoperta dell\u2019inquinamento, delle tecnologie necessarie per rilevare e analizzare la presenza ambientale e biologica dei Pfas.<\/p>\n
\u201cQuesti \u2013 spiega l\u2019avvocato Marco Tonellotto, che con i colleghi Angelo Merlin e Vittore d\u2019Acquarone seguono Acque del Chiampo, Viacqua, Acquevenete e Acque Veronesi, costituitesi parti civili \u2013 sono elementi che dimostrano come la societ\u00e0, nonostante fosse pienamente a conoscenza del rischio, non abbia mai attuato misure di prevenzione e protezione\u201d.<\/p>\n
Nel corso del dibattimento si \u00e8 discusso anche di GenX e C6O4.<\/p>\n
Le sostanze inquinanti di nuova generazione erano state individuate dall\u2019azienda sette mesi prima dello scoppio del caso a livello mediatico.<\/p>\n
A novembre 2017 l\u2019azienda ha incaricato infatti il laboratorio Chelab di eseguire analisi specifiche da cui \u00e8 emerso la presenza di entrambe le sostanze inquinanti.<\/p>\n
Miteni ha per\u00f2 omesso di inviare agli enti i risultati del laboratorio sostenendo di aver iniziato a cercare questi composti solo a partire da giugno del 2018.<\/p>\n
Inoltre le analisi del laboratorio interno di Miteni, comprese quelle sullo scarico Avs, non sono mai state inviate agli enti, in quanto la societ\u00e0 le condivideva solo internamente, collocandole in una cartella riservata accessibile solo a poche persone<\/p>\n
\u201cLa ricostruzione di Tagliaferri \u2013 conclude Tonellotto \u2013 mette ulteriormente in evidenza come Miteni, sia per quanto riguardo la vicenda Pfas che per il GenX e il C6O4, fosse a conoscenza della magnitudo del rischio e che a fronte di questa consapevolezza non abbia adottato le misure adeguate\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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