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Al processo oltre 200 soggetti hanno chiesto la costituzione a parti civili, tra queste anche le società idriche Acquevenete, Acque del Chiampo, Viacqua e Acque Veronesi che, insieme al Ministero all’Ambiente e alla Regione hanno messo in campo i maggiori sforzi, anche economici, per contenere l’inquinamento.
Le società idriche sono intervenute per assicurare nell’acqua erogata il rispetto dei limiti imposti dalla Regione: nella “zona rossa”, quella più contaminata, c’è il limite “zero PFAS”, ossia le popolazioni che vi risiedono non devono essere ulteriormente contaminate con altri inquinanti, avendone già ingerite altissime quantità fin dagli anni ’80.
Le quattro società, Viacqua, Acquevenete, Acque del Chiampo e Acque Veronesi sono state ammesse a parti civili non solo contro i 13 imputati. Grazie all’intervento della Regione e del Ministero è stato chiesto al Gup che fossero chiamati quali responsabili civili le società Mitsubishi, International Chemical Investors, per le quali lavorano o hanno lavorato i 13 imputati, e il fallimento Miteni.
Si sono costituite parte civile anche la Regione e l’Arpav.

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