Il gip Venditti si esprimerà sull’accorpamento delle due inchieste sull’inquinamento ambientale dell’azienda Miteni

Nella prossima udienza preliminare del processo “Pfas” che vede coinvolte 13 persone per disastro ambientale si deciderà sull’accorpamento delle due inchieste Pfas. Il gip Roberto Venditti ha aggiornato l’udienza dopo le eccezioni sollevate da alcuni imputati in merito alla richiesta, presentata dalla procura, di unire i due procedimenti inerenti all’inquinamento dell’azienda Miteni, quello per i reati fino al 2013 e quello per i reati ambientali (oltre a Pfas ci sono GenX e C6o4) dal 2013 al 2017 che vedono imputate otto persone (sei delle quali già iscritte nel primo procedimento). Oltre 260 le costituzioni in parte civile, tra queste anche le quattro società idriche Acque del Chiampo, Acque Veronesi, Viacqua e Acquevenete, che nel piano degli interventi hanno già investito 96 milioni di euro per restituire ai territorio coinvolto acqua pulita. Nel secondo procedimento la procura ha applicato le nuove norme sui delitti ambientali, che prevedono la sanzione accessoria del ripristino ambientale. Si tratta di un’intuizione di uno dei legali che tutelano gli interessi dei gestori (avvocato Marco Tonellotto per Acque del Chiampo) recepite dai recenti atti della procura che la scorsa estate ha chiuso il fascicolo riconoscendo ai presunti responsabili dell’inquinamento dal 2013 al 2017 il reato 452- bis del codice penale, e ora condivise anche dalla Cassazione.